L'Head Hunting di Dikton
Trasparenza nel feedback
Crediamo fermamente nel carattere formativo di un processo di selezione. Chi accetta di sottoporvisi ha già intrapreso un percorso di crescita e di rischio. È nostro dovere restituire un feedback qualificato per ricompensare chi ha dato la sua disponibilità, accettando l’ipotesi di un insuccesso, permettendoci di svolgere al meglio il nostro lavoro.
Dare feedback qualificati a tutte le persone coinvolte attivamente nel processo di selezione è un dovere professionale: gli Head Hunter lavorano per le aziende, ma allo stesso tempo lavorano con le persone.
È una questione di rispetto: partecipare a una selezione significa investire tempo, razionalità e energie emotive. Sappiamo perfettamente quanto possa essere stressante un percorso di recruiting e riconosciamo questo investimento.
Ci impegniamo a consegnare un feedback a tutte le persone da noi coinvolte in un processo di ricerca e selezione. Dare un feedback non è “mandare una mail” in cui si annuncia di non essere stati scelti. Quello non è un feedback, è una comunicazione impersonale; significa invece annunciare sì la conclusione del processo, ma contestualizzando la situazione. Occorre:
- spiegare quali sono stati i punti di forza apprezzati dall’azienda;
- sottolineare quali sono state le hard skills mancanti e gli atteggiamenti soft non aderenti alla ricerca;
- suggerire eventuali aree di miglioramento e le competenze da rinforzare;
- quando possibile, condividere con il candidato scenari in cui la sua professionalità può risultare vincente.
È tecnicamente impossibile dare un feedback a tutte le persone che si candidano per una posizione. Una job position media riceve oltre un centinaio di candidature: soltanto visionare per un tempo adeguato i CV e le e-mail di accompagnamento impiega ore di lavoro.
Possiamo però garantire un feedback imparziale e approfondito a chi approda alla fase attiva della selezione, in modo da fornire – in ogni caso – un epilogo di valore.
In concreto
Redigere una shortlist di 5 candidati presuppone la delusione di almeno quattro persone. È inevitabile.
Dopo i colloqui conoscitivi, le eventuali prove tecniche, gli incontri a tu per tu, magari anche l’entusiasmo sviluppato per l’opportunità, è a volte difficile accettare una delusione. Per tramutare un rifiuto in una situazione produttiva è nostro dovere spiegare quali sono state le ragioni della scelta, con la massima trasparenza. Una spiegazione onesta e oggettiva, non severa e distaccata.
Crediamo in un mondo del lavoro in cui la soggettività viene rispettata e valorizzata: dobbiamo essere i primi a mettere in pratica tutti gli accorgimenti per realizzare questa nostra visione.